L’impatto del Covid sulla prevenzione cardiovascolare
La pandemia ha riacceso i riflettori sulla sanità, ma ha anche distorto la percezione delle reali priorità di salute. Troppe persone, per paura del contagio, hanno sottovalutato sintomi importanti o trascurato patologie gravi. Basti pensare all’incremento degli arresti cardiaci domiciliari, che nel periodo segnato dal Covid hanno fatto registrare picchi di +800%. In realtà, le malattie cardiovascolari restano la prima causa di morte al mondo (provocano 18 milioni di decessi all’anno), distaccando di gran lunga tutte le altre patologie.
Grazie a una corretta e adeguata prevenzione, è possibile raggiungere traguardi significativi per ridurre al massimo i rischi: non sottovalutare mai sintomi come affanno, palpitazioni, dolore toracico, specialmente se di tipo oppressivo o associati a sudorazione fredda; adottare uno stile di vita sano; tenere sotto controllo fin da giovani i principali fattori di rischio cardiovascolari (glicemia, colesterolo e pressione arteriosa); infine sottoporsi a visita cardiologica, per individuare precocemente – grazie a indagini non invasive sempre più precise – eventuali aterosclerosi o altre patologie.